Torta barozzi e la curiosa storia a s-fondo noir
Torta barozzi con s-fondo di caffè noir: un dolce con una sua storia, un aneddoto legale e un ricordo di famiglia.
Deferisco questa ricetta adottata da tanto dalla mia famiglia al blog e la depongo nelle vostre mani sicura che ve ne innamorerete.
Esteticamente non è bella ma di certo si fa ricordare per la sua bontà e una volta che l’avrete assaggiata, fedele a quel detto “la bellezza è negli occhi di chi guarda”, vi assicuro che diventerà nondimeno bella.
A vederla ricorda i brownies e al gusto ricorda la torta cioccolatino; indubbiamente è il dolce per chocolate lovers.
LA MIA RICETTA DI FAMIGLIA PER “STORIE DI CIOCCOLATO” DI ZAINI DAL 1913
Quando Zàini mi ha invitata a partecipare alla sua raccolta di “Storie di Cioccolato” con una ricetta del cuore non ho titubato a candidare questo dolce che con il suo nome originale, torta nera, richiama il colore del cioccolato fondente e le sue note avvolgenti e confortanti.
Perché proprio questa torta dall’aspetto poco avvenente!? Perché è legata a un ricordo di famiglia e perché per le sue note inconfondibili di cioccolato e l’aroma di caffè e rum conquista al primo assaggio e resiste al tempo, proprio come i ricordi importanti.
La storia di famiglia di questo dolce proviene da mia madre, che ebbe questa ricetta da una cliente del nostro ristorante, una signora Emiliana che aggiunse il consiglio di servirla che in Emilia viene servita con un po’ di mascarpone, come si usa in Emilia.
Come si sa non esiste una ricetta unica di questo dolce, perché la vera ricetta è secretata, ma ne esistono tante versioni, la maggior parte delle quali prevede l’aggiunta di polvere di caffè o di un po’ di caffè nell’impasto.
Quella che ebbe in eredità mia madre prevede invece, sorprendentemente, l’uso dei fondi di caffè!
Ecco proprio questo ingrediente è stata la pietra dello scandalo per la quale io storsi il naso e mi
rifiutai di mangiare questo dolce per anni, non sapendo cosa mi perdevo!
Vedendo poi che i clienti del nostro ristorante apprezzavano la torta e addirittura la chiedevano
spesso, un giorno ne assaggiai un pezzetto di nascosto da mia madre, ma lei… mi colse in flagrante; ovviamente non si sorprese quando, chiedendomi come la trovassi, io dovetti ammettere che era molto buona.
Memore di quella mia iniziale reticenza mia madre mi diede la ricetta, scritta di suo pugno (la trovate qui fra le foto!), sostituendo i fondi di caffè con un tazzina di caffè; ma avendo provato entrambe le versioni, anch’io alla fine ho adottato quella con i fondi.
Una versione ante litteram di ricette di recupero, mi piace pensarla così..…
Una storia di cioccolato, una storia di amore materno e una nota giuridica curiosa: riassumerei così quello
che è questa ricetta per me.
UNA STORIA DI GIURIDICA E DI COPYRIGHT
A dirla tutta a questa ricetta sono particolarmente legata, visti i miei studi giuridici, anche per la curiosa
storia di copyright.
Di fatti chiamarla torta Barozzi non sarebbe ammesso essendo un dolce registrato..
Secondo la storia in origine questo dolce vide la luce nel XIX secolo per mano di Eugenio Golini (esattamente nel 1887) che aveva aperto una sua pasticceria nel modenese.
Il dolce fu una sua invenzione che ebbe grande successo con il nome originale di “torta nera”.
Accadde poi che nel 1907, ricorrenza del centenario della nascita di Jacopo Barozzi, detto il Vignola, il dolce venne ribattezzato con il nome di “Torta Barozzi”.
Avveniristico fu il nipote di Golini inventore della torta che pensò bene di registrarne il nome e marchio, rinnovandolo ogni ventennio; ciò gli garantisce una tutela senza soluzione di continuità.
Come dicevo esistono tante versioni della torta Barozzi e presunte plurime ricette secretate, sia nelle famiglie che nelle pasticcerie che, per ovvi motivi di marchi, la intitolano “torta tipo Barozzi”.
Tuttavia, nonostante gli ingredienti siano pressoché individuati, di fatto dosi e metodo di preparazione restano ad appannaggio dei legittimi titolari del marchio che continuano a fregiarsi dell’unica autentica Barozzi che si vende a Vignola.
Adesso che conoscete la storia e la legittimità del nome non vi resta che provarla, credetemi ne vale veramente la pena.
Vi consiglio, inoltre, di tenere d’occhio il mio profilo Instagram perché presto vi pubblicherò anche il Reel/video della torta Barozzi di casa mia.
Ingredienti:
- 250 g di cioccolato fondente
- 150 g di zucchero bianco semolato
- 100 g di mandorle tritate
- 80 g di burro
- 40 g di fondi di caffè
- 4 uova
- 1 bicchierino di rum
- un pizzico di sale
Procedimento:
Per fare la torta Barozzi (o meglio simil tale) iniziate sciogliendo il cioccolato fondente.
Per farlo sminuzzatelo e fatelo sciogliere a bagnomaria insieme al burro a fiocchetti.
Mescolate continuamente fino a quando non avrete ottenuto un composto liscio e privo di grumi.
[Fate attenzione che non entri acqua nel pentolino dove c’è il cioccolato con il burro].
Dopodiché lasciatelo intiepidire.
Nel frattempo sbattete i tuorli con lo zucchero.
In un’altra ciotola, pulita e ben asciutta, montate i bianchi a neve.
Unite le mandorle tritate ai tuorli e mescolate poi aggiungete anche il rum e i fondi di caffè.
Aggiungete quindi il cioccolato fuso agli altri ingredienti e quando sarà ben incorporato inserite anche gli albumi inserendoli nel composto gradualmente, con movimenti dal basso verso l’alto.
Imburrate una teglia quadrata e rivestitela con carta forno per non farla attaccare e agevolarvi quando la estrarrete dalla teglia essendo un dolce delicato.
Infornate e fate cuocere a 180° per 30 minuti.
Lasciate raffreddare completamente prima di servirla tagliata in quadrati da sola o accompagnata da una noce di mascarpone come la tradizione vuole.
Ricetta in collaborazione con Zaini Spa
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