Le Colture: il Valdobbiadene incontra i piatti della capitale
Le Colture ha fatto tappa la scorsa settimana nella capitale per far conoscere alcune delle proprie etichette di Valdobbiadene, tipicità della propria produzione.
Uno story telling sul loro vino in occasione di un pranzo stampa con un gioco food paring fra prosecco e piatti tipici della tradizione capitolina.
LE COLTURE: UNA STORIA DI FAMIGLIA
L’azienda situata in provincia di Treviso, costituisce una realtà a conduzione familiare con radici radicate nel proprio territorio e una lunga tradizione.
Siamo a Santo Stefano di Valdobbiadene nell’area del Prosecco Superiore le cui colline dal 2019 sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Una zona costituita da circa quindici comuni che ha ottenuto il riconoscimento di paesaggio culturale grazie all’opera dei viticoltori che hanno contribuito a creare uno scenario unico. seguendo l’andamento naturale delle vigne.
In questo contesto territoriale nel 1500 le Colture ebbe origine come piccola impresa dedita alla produzione di vino sfuso e attività agricola da stalla.
Passata poi attraverso cicli generazionali ha subito un significativo cambio di passo nel 1983 quando Cesare Ruggeri ebbe l’idea di trasformare l’esercizio familiare in una vera attività imprenditoriale fondata esclusivamente sul vino.
Fu così che da una produzione semplice di vino sfuso si arriva alla prima produzione di prosecco”, gestendo il processo del vino “dalla vigna al bicchiere” finale nella consapevolezza che un buon risultato dipende molto dalla cura della vigna.
In questo percorso lo hanno seguito i tre figli, Silvia, Alberto e Veronica, che, forti della tradizione familiare,portano avanti l’azienda con un occhio vigile sui metodi innovativi in grado di migliorare sempre più la produzione mantenendone un elevato lignaggio qualitativo.
Allo stato il processo produttivo, sviluppato su circa quaranta ettari, si assesta attorno alle ottomila bottiglie di vini 100 % da uva glera, scelta aziendale volta a dare una linea di unicità alla propria produzione.
Di fatti il glera è il vitigno a bacca bianca diffuso in tutte le province del Veneto.
Cultivar che costituisce la componente base del Prosecco ed è pertanto una scelta aziendale che conferisce adesione con il territorio, tipicità regionale di produzione nonché garanzia di tutela delle denominazione di origine del Prosecco.
FOOD PARING VALDOBBIADENE CUCINA ROMANA
Il pranzo stampa che si è svolto presso il ristorante Archimede S. Eustachio, in esercizio dal 1970 e orientato alla cucina romana e tradizionale.
E’ qui che ha avuto luogo l’incontro di tradizioni fra i piatti capitolini e un vino emblema del made in Italy il prosecco Valdobbiadene Superiore Le Colture.
Una tipologia di vino elegante che ben si presta alla trasversalità nel suo abbinamento in cucina, vediamo allora il pair tra food & wine in degustazione.
Il primo vino assaggiato è stato il Valdobbiadene prosecco superiore D.O.C.G. Fagher Brut, vendemmia 2022.
Prodotto secondo il metodo charmant (o Martinotti) con rifermentazione in autoclave di trenta giorni a temperatura controllata.
E’ frutto di un blend di uve della zona di Conegliano che conferiscono la parte più caratteristica del vino di questo territorio e i vigneti Valdobbiadene che danno eleganza al naso e freschezza al palato.
In abbinamento a questo vino è stato servito un fritto misto composto da carciofo alla giudia, fiore di zucca fritto, arancino di riso e verdure (carote e zucchine) di stagione a bastoncino.
Amabile all’inizio e ben equilibrato, dà una certa acidità sul finale che ha nettato il palato dal sapore del fritto.
Prezzo alla vendita 12/13,00 euro scaffale – servito al tavolo euro18/20,00.
Il secondo vino degustato è stato INCALMO, peculiare tanto nelle note olfattive e degustative quano nella scelta del nome volendo essere il vino della nuova generazione.
Di fatti il termine “incalmo” in dialetto Veneto significa innesto ed è stato scelto appositamente dai fratelli Ruggieri come manifesto di unioni (al plurale).
In primis unione delle due zone collinari di produzione Valdobiadene e Montello.
Nondimeno di due generazioni, quella precedente e la seconda che rappresenta lo spirito innovativo e orientato alla sperimentazione.
E’ un vino secco e frizzante, vendemmia 2021, prodotto con fermentazione in vasca grande e rifermentazione in bottiglia e commercializzato circa dieci mesi dopo.
Esemplare sui generis nel quale non compare la parola Prosecco perchè prodotto sia uve della zona collinare di Conegliano Valdobbiadene che di Montello.
Oltre al nome anche l’etichetta è emblematica giacchè rappresenta connessione fra la vite (ovvero la natura) e il fildiferro che simboleggia il lavoro dell’uomo fondamentale nel gestire i vitigni aiutandoli a crescere.
Un vino “semplice“, inteso come accezione di aggettivo qualificativo ovvero sinonimo di piacevole bevuta, fresco e asciutto.
Prezzo medio a scaffale euro 10/11,00
Il piatto in abbinamento era un classico della cucina romana ovvero il tonnarello cacio e pepe.
Primo piatto dal sapore importante attenuato e riportato in equilibrio da questo vino amabile con un perlage fine con un sapore minerale persistente che conferisce pulizia a palato.
Terzo vino in degustazione è stato il Valdobbiadene D.O.C.G. Prosecco Superiore Cartizze, piccolo territorio della denominazione da cui prende il nome.
Parliamo della zona Valdobbiadene compresa tra paesi S. Stefano, S. Pietro e Sacoll.
Questa zona è peculiare per la tipologia di terreno calcareo e argilloso, esposto al sole dalla mattina sino a primo pomeriggio.
La vendemmia delle uve è fatta nell’ultimo periodo vendemmiale ovvero verso la fine settembre quando l’uva è più dolce con accumulo di zuccheri.
Nonostante la dolcezza delle uve al palato è acidulo e fresco con note che ricordano la frutta bianca, l’albicocca, la pesca.
La dolcezza del vino è stata gestita con un piatto dal sapore intenso e importante ossia saltinbocca alla romana e abbacchio alla scottadito.
Tuttavia proprio per la nota dolce si presta anche come vino da accompagnamento a un dolce.
A proposito di dolce quello che servito per concludere la degustazione non era tipico della tradizione romana.
A mio avviso un maritozzo con la panna si sarebbe prestata bene all’abbinamento.
Invece con l’ultimo vino Gerardo (dedicato al nonno) Valdobbiadene D.O.C.G. Spumante Brut ha avuto in sorte un semifreddo alle mandorle e cioccolato.
In effetti la sapidità e mineralità derivante dal terreno calcareo e roccioso delle uve, conferisce pulizia al palato che ben si prestava all’importanza del dolce.
Una piacevole scoperta l’azienda familiare Ruggeri, Le Colture, che ben interpreta la tipicità vitivinicola della propria terra.
Da questo gioco tra la storicità di un’azienda di famiglia e slancio verso il futuro della nuova generazione nascono esemplari di Prosecco Doc e Valdobbiadene DOCG (due denominazioni del glera) interessanti.
*Invited by Le Colture – AB Cmunicazione
Lascia un commento