Agrichef Cia la finale 2023: vince l’Emilia Romagna
Agrichef Cia la finale 2023 di nuovo in campo presso Area Food e Centro di Formazione Professionale Alberghiero lo scorso 24 maggio che ha visto vincitrice la regione Emilia Romagna.
Dopo la sosta obbligata causa pandemia il Festival degli Agrichef di Turismo Verde torna in presenza e di nuovo ad Amatrice, come accadde nel 2019, per decretare l’Agriturismo vincitore di quest’ultima edizione giunta al suo quinto di giro di boa, replicando il successo delle edizioni precedenti.
In seguito a un viaggio a tappe itinerante da Nord a Sud nelle diverse regioni degli Agriturismi d’Italia aderenti alla C.I.A. Agricoltori Italiani, i nove finalisti si sono incontrati alle porte della capitale per replicare il piatto con il quale hanno superato il turno regionale.
A giudicarli una giuria eterogenea di esperti del settore, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni locali e fra loro ho avuto il piacere di esserci anch’io che posso quindi raccontare questa esperienza vissuta de visu assaggiando i vari piatti e sentendone il racconto.
LA FINALE AGRICHEF CIA 2023: I NOVE FINALISTI
Le regioni protagoniste di questa edizione sono state: Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Molise, Abruzzo, Campania, Puglia e Calabria.
Vediamo in dettaglio quali sono stati i piatti della tradizione, rivisitati in chiave moderna, che ci hanno presentato:
- Liguria: Gaggette ripiene in brodo dell’Agriturismo La Cuccagna – Rapallo (GE)
- Veneto: Risi e Bisi in chiave moderna – Agriturismo Villa Corona (VI)
- Emilia Romagna: Spoja lorda in brodo di ortiche e guanciale rivisitata – Agrit. Palazzo Manzoni – San Zazzaria(RA)
- 4. Toscana: Lampredotto all’orientale con patate e sformatino di patate, cipolla e ricotta – Azienda agriturisistica Casamatta – Calenzano (FI)
- 5. Molise: Mbanicciata ubriaca – Agriturismo la Ginestra Cercemaggiore (CB)
- 6. Abruzzo: Ndurciullun al ragù di ventricina del Vastese – Agrit. Fattoria dell’Uliveto – Scerni (CH)
- 7. Campania: Zuppa di Cipolla alifana rivisitata – Agrit. Le Fontanelle – Ponteleone (CE)
- 8. Puglia: Spezzatino di vacca grigia, con cardo mariano in agrodolce – Agrit. Amicizia- Cassano Murge (BA)
- 9. Calabria: Turdilli con miele e arancia tardiva caramellata – Agrit. 4 stelle – Celico (CS)
Tutti piatti interessanti, ben interpretati e rivisitati dagli chef con la collaborazione degli studenti degli Istituti Alberghieri del proprio territorio di appartenenza.
Fra tutti, come anticipato nella premessa, si è aggiudicato la ricetta dell’Emilia Romagna realizzata, con gli allievi dell’Istituto ‘Magnaghi-Solari’ di Salsomaggiore Terme, dall’Agrichef Massimo Bottura.
Coerente con la tradizione di “pasta fresca”, di cui l’Emilia è patria madre, il piatto consisteva in un raviolo di pasta fresca, ripieno di formaggio Raviggiolo, prodotto P.A.T.
Si tratta di un formaggio storico, tipico di Faenza e del Ravennate, che un tempo producevano le famiglie che possedevano anche solo una mucca , usato per farcire il raviolo proposto in gara.
La “spoja lorda“, letteralmente “sfoglia sporca”, veniva chiamata così perché la pasta sfoglia all’uovo avanzata veniva leggermente farcita (ovvero sporcata) con questo formaggio di tipo morbido, lavorato misto a parmigiano grattugiato e uovo.
I PARAMETRI DI VALUTAZIONE
Di fatti i piatti protagonisti della finale non sono stati soltanto oggetto di degustazione ma in gioco sono entrati diversi parametri di valutazione.
Oltre all’esame olfattivo, visivo e degustativo, certamente di primaria importanza in una competizione enogastronomica, sono stati attenzionati anche altri elementi.
Stagionalità, utilizzo dei prodotti tipici del territorio, rispetto delle tradizioni della cucina contadina importanti per valutare la rispondenza agli obiettivi dei festival, fra i quali spicca la valorizzazione della cucina regionale.
Tuttavia ci sono stati ulteriori criteri di valutazione che, in taluni casi, hanno spostato l’ago della valutazione incidendo sul peso della valutazione finale.
Ne sono un esempio la scelta del vino da abbinare al piatto, anch’esso di matrice territoriale, e il suo racconto, oppure lo story telling della ricetta, del territorio e dell’agriturismo.
In un’era in cui la comunicazione verbale ha assunto grande importanza è abbastanza logico che anche quest’ultimo aspetto rilevasse come parametro di valutazione non trascurabile, costituendo un potenziale volano per dare voce al mondo della cucina rurale oltre i confini territoriali.
Su questo aspetto ho notato rilevanti progressi rispetto all’edizione precedente a cui avevo partecipato.
A prescindere dal vincitore mi sento di dire che tutti sono stati vincenti, avendo visto in tutte le portate attaccamento alla propria terra, consapevolezza del proprio territorio e passione per il proprio lavoro.
E’ stata per me, che sono una cultrice della tradizione enogastronomica del nostro paese, ancora una volta una bella esperienza, un’occasione di conoscere alcune nuove ricette non proprio note di cui gli agrichef sono detentori e custodi.
Un ringraziamento a CIA Agricoltori – Turismo Verde per avermi voluta fra i membri della giuria e raccontarvi di questa bella manifestazione.
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