Marshmallow fatti in casa
Marshmallow sono una sorta di caramelle, dei cilindretti gommosi e soffici di origine americana.
Nel nostro paese sono chiamati toffolette o cotone dolce ma ormai in tutto il mondo li chiamano con il loro nome originale.
Quelli tradizionali sono di colore bianco ma con il tempo gli è stato dato un’allure di modernità colorandoli.
Il sapore è per lo più neutro con nuance di aroma vanigliato.
Un tempo non mi piacevano poi non so come a un certo punto le cose sono cambiate.
Sarà che i gusti cambiano negli anni o forse che talvolta viviamo di pregiudizi anche sul cibo.
Di fatto oggi mi piacciono soprattutto arrostiti sul fuoco ma anche da soli.
La ricetta mi incuriosiva da tanto ed era nella mia to do list, quest’anno ho voluto provarla e farla mi ha dato grande soddisfazione.
Devo dire che sono venuti proprio bene, ve li consiglio quindi per la calza della befana o per soddifazione e godimento personale.
ORIGINE DEI MARSHMALLOW
Cosa sapete sull’origine di queste dolcetti?
Stenterete a crederlo ma l’origine dei marshmallow, non è americana benchè sia un dolce di matrice statunitense.
Di fatti a idearli sono stati gli egiziani creando una commistione di linfa di malva, miele e cereali che poi veniva cotta in forno.
La malva incide anche sul nome dato che il termine marshmallow deriva dalla combinazione di due parole Marsh (Acquitrino) e Mallow (Malva) giacchè la radice della pianta nasceva su terreni adiacenti acque stagnanti.
La malva quindi da ingrediente rinomatamente medicale divenne una componente della produzione dolciaria.
Il marshmallow, nella prima forma, nacque in Europa con il nome di Pâte de Guimauve quando si scoprì che, cuocendo la malva e montandola insieme gli albumi e lo sciroppo di mais, si otteneva una pasta modellabile edibile.
In seguito i francesi sostituirono lo sciroppo di malva con la gelatina che rendeva i dolcetti più stabili.
Invece in America si diffusero e radicarono nel 1948 quando, Alex Doumak, standardizzò il processo di lavorazione rendendolo industriale e quindi più veloce.
Fu così che divennero famosi nel nuovo continente, in particolare in Indiana, diventando simbolo della capitale Ligonier.
ALTRE CURIOSITA’ SU QUESTO DOLCETTO
In America è un dolcetto iconico tanto che lo si trova menzionato in diverse serie tv, film (Star Trek, Ghostbuster per citarne alcuni) e nei cartoni animati.
Oltreoceano gli hanno dedicato persino due feste nazionali di calendario; il 10 agosto ai s’more (o smore), dessert fatto con marshmallow inseriti fra due biscotti e l’aggiunta di un pezzo di cioccolata mentre il 30 agosto ai così detti toasted marshmallow (arrostiti sul fuoco)
Curioso sapere che abbiano un trascorso fuori dal circuito prettamente mangereccio laddove sono stati impiegati come tappi per narici dagli astronauti per sopportare la pressione del decollo.
Inoltre sono stati utilizzati per uno studio, il marshmallow test (The Stanford marshmallow experiment), che metteva alla prova la capacità di resistenza di bambini fra i 3 e 6 anni a cui veniva promesso un marshmallow subito oppure più di uno se avessero saputo aspettare.
Lo studio dimostrò che i bambini capaci di aspettare per una ricompensa più lauta ottenevano risultati migliori rispetto agli altri in molti campi.
Spero vi siate divertiti a scoprire tutte queste curiosità e la storia di queste leccornie d’importazione ormai radicate anche nel nostro territorio.
Adesso se volete provare a realizzarli in casa leggete la ricetta, farli è più facile di quel che si pensi…
Ingredienti per 50 pezzi:
- 220 g di zucchero a semolato
- 100 g di albumi
- 90 g di sciroppo di glucosio
- 80 g di acqua
- 20 g di gelatina
Ingredienti per la finitura:
- 120 g di zucchero a velo
- 80 g di maizena (fecola di mai o in alternativa fecola di patate)
Preparazione:
Per prima cosa mettete in ammollo la gelatina in 85 g di acqua fredda.
Radunate in un pentolino gli ingredienti per fare lo sciroppo ovvero glucosio, zucchero semolato e acqua.
Mettete il pentolino sul fuoco e fate sciogliere tutto mescolando con un cucchiaio di legno.
Lasciate andare a fuoco medio fino a quando il composto non avrà preso un colore ambrato e inizierà a schiumare (circa dieci minuti). [foto 2. in basso tutorial fotografico]
[Se avete un termometro aspettate che arrivi a 121° prima di togliere dal fuoco].
Mentre lo sciroppo si forma, mettete in una planetaria gli albumi a temperatura ambiente e montateli a velocità media.
Quando lo sciroppo è pronto versatelo a filo poco alla volta negli albumi mentre la planetaria è in funzione.
[n.d. versate lo sciroppo poco alla volta aiuterà a non cuocere gli albumi].
Prelevate la gelatina senza strizzarla, mettetela nello stesso pentolino dove avete sciroppo di glucosio e fatela sciogliere.
Versate quindi anche la gelatina sciolta, poco alla volta, negli albumi che stanno montando nella planetaria.
Fate andare la planetaria fino a quando la ciotola non si sarà raffreddata e il composto risulterà lucida e ben montata (ci vorranno circa 10 minuti) [foto 3. in alto tutorial fotografico].
[Per la versione marmorizzata versate una punta di colorante alimentare negli albumi e mescolate con uno bastoncino lungo in maniera circolare e velocemente].
Imburrate una teglia quadrata (25×25 cm) poi ricopritela di carta forno [foto 1. in alto tutorial fotografico]
Versateci il composto di albumi poi appiattitelo e livellatelo con una spatola[foto 3. in basso tutorial fotografico].
Lasciate solidificare il composto per almeno dieci minuti a temperatura ambiente, lontano da fonti di calore.
[Mi raccomando non in frigorifero perché l’ambiente umido non lo farebbe asciugare].
Se vedete che il composto è ancora troppo morbido fate riposare un po’ di più (massimo 12 ore).
Disponete il quadrato compatto su un foglio spolverizzato con parte del mix di zucchero a velo e maizena poi tagliatelo a strisce larghe 2,5 centimetri e da queste ricavate quadrati di circa 2 centimetri.
Man mano che li tagliate spolverizzateli uniformemente con il mix di zucchero a velo e maizena.
Se dovete confezionarli lasciateli asciugare prima per circa 10 ore ben distanziati fra di loro, ripetendo la copertura di zucchero a velo e maizena se vedete che sono ancora umidi.
Si conservano fino a dieci giorni se chiusi in contenitori ben asciutti a chiusura ermetica.
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ricetta della mia amica Simona – Tavolartegusto
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