Occhi di Santa Lucia
Occhi di Santa Lucia è una ricetta a tema calendario che festeggia l’omonima santa la cui ricorrenza cade in data odierna 13 dicembre.
Di tanto in tanto aggiungo alla lista delle mie ricette della tradizione quelle ispirate o dedicate ai santi.
Santa Lucia è una delle beate del calendario che ha ispirato diverse ricette regionali, non solo italiane.
La ricetta più comune (almeno sul web) sono i lussekatter che provengono dalla Svezia (ricetta pubblicata il primo anno del mio blog).
Invece nel nord d’Italia ci sono le frolle di Santa Lucia donate ai bambini insieme ai regali essendo i doni di Natale portati, secondo la tradizione bergamasca, dalla santa anzichè da Babbo Natale.
Quest’anno porto sul mio blog una ricetta pugliese, in particolare pare siano originari di Bari ma si preparano in diverse parti della regione ormai e per questo soggiace a piccole varianti familiari.
OCCHI DI SANTA LUCIA: LA RICETTA
La ricetta è facile e si prepara con ingredienti semplici che avrete sicuramente in casa.
E’ anche una ricetta economica, ideale per fare un regali di natale homemade con poco dispendio di energia e con una spesa minima, facendo comunque una bella figura.
Il sapore del tarallo è neutro, la dolcezza è conferita da quella che in dialetto pugliese chiamano gileppo, cileppo, scileppo o “sclepp” che rappresenta la glassa di zucchero.
L’accortezza per avere un impasto liscio è di usare la farina setacciata e lavorare bene l’impasto affinchè sua liscio, omogeneo ed elastico.
Nondimeno occorrerà setacciare lo zucchero a velo per avere una glassa liscia.
Se la lasciate più lenta ci vorrò un poco di più per farli asciugare se invece riducete di poco la quantità di acqua la glassa sarà più densa e tenderà ad asciugare in minor tempo ma risulterà un po’ più materica.
Quanto alla nota aromatica la ricetta originale prevedete l’uso di semi di finocchio o di anice ma potete dare un tocco moderno usando al loro posto cannella, chiodi di garofano o cardamomo in polvere, in base ai vostri gusti.
LA STORIA DELLA PROTETTRICE DEGLI OCCHI
Le storie su santa Lucia, nota come santa protettrice della vista, sono diverse (ve le ho raccontate un po’ sparse nelle ricette pubblicate negli anni precedenti.
La leggenda (un po’ cruenta) di matrice romantica tuttavia vuole che un ragazzo affascinato dalla bellezza degli occhi della giovane glieli chiese in dono.
La giovane donna acconsentì ma gli occhi si rigenerarono ancor più belli di prima e miracolosamente da cieca tornò a vedere.
Il giovane non paco glieli chiese di nuovo e quando ella si rifiutò di darglieli lui la uccise.
Mentre la storia cattolica narra che Lucia fosse una ragazza siciliana di buona famiglia, già promessa in sposa.
Quando la mamma si ammalò chiese la grazia a sant’Agata di guarirla e quest’ultima acconsentì di concedergliela a patto che ripudiasse il fidanzato cosa che lei fece.
Tuttavia il giovane rifiutato non accolse bene la decisione e in un periodo in cui vigeva la persecuzione la denunciò come cristiana e la donna fu condannata a morte.
Il minimo comune denominatore di storie e leggende che gravitano sulla santa la vedono come martire.
Non sarà forse un caso che le ricette che ella ha ispirato siano tutte dolci per mitigare l’amaro della sorte che la vide protagonista.
Tra storie, leggende vediamo ora come fare questi dolcetti sfiziosi ideali da sgranocchiare a tutte le ore..
Ingredienti:
- 250 g di farina 00
- 80 ml di vino bianco secco
- 60 ml di olio extravergine di oliva
- 1 cucchiaino da caffè raso di semi di finocchio o semi di anice q.b.
- un pizzico di sale
Ingredienti per la glassa:
- 250 g di zucchero a velo
- 35 ml di acqua bollente
Procedimento:
Per realizzare gli occhi di santa Lucia radunate in una ciotola la farina, il sale e le spezie a vostro piacimento (semi di finocchio o di anice che potete anche omettere).
Fate una fontana e praticate un buco nel centro dove verserete l’olio e vino bianco secco.
Impastate sino ad ottenere un impasto liscio, elastico ed omogeneo.
Avvolgetelo nella pellicola e lasciate riposare per 30 minuti a temperatura ambiente.
Riprendete l’impasto e fate dei filoncini in modo che risultino lisci, poi ricavare dei pezzetti di circa 20 grammi ciascuno.
Allungateli per ricavare un cordoncino e congiungete i bordi per ottenere dei piccoli cerchi sigillando le estremità.
Man mano che otterrete i taralli, sistemateli su una teglia ricoperta di carta forno ben distanziati.
Infornate e fate cuocere a 180°, forno statico, per 20/25 minuti.
Quando vedete che sono dorati toglieteli dal forno e fateli raffreddare.
Nel frattempo preparate la copertura mescolando lo zucchero a velo setacciato con l’acqua bollente mescolandoli con cura con una frusta per ottenere una glassa liscia.
Tuffate i taralli freddi nella glassa girandoli con l’aiuto di una forchetta.
Se non ami i sapori molto dolci puoi immergere soltanto la parte superiore del tarallo nella glassa lasciando la parte inferiore grezza.
Una volta glassati mettete i taralli su una gratella ad asciugare per almeno un’ora.
Si mantengono per un mese o anche più se sigillati in un contenitore che non faccia entrare aria e conservati in un luogo asciutto al riparo da fonti di calore.
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