Giuggiulèna o cubbaita al sesamo
Giuggiulena è un torrone siciliano al sesamo fatto con zucchero, miele e scorza di limone tipico delle feste natalizie.
Nella parte occidentale dell’isola è conosciuto come gubbaita e in alternativa al sesamo viene fatto anche con mandorle e pistacchi.
La ricetta varia di zona o provincia, alcune specie sono così dure che si dice debba essere rotto con il martello.
La versione originale è molto dura tanto che la tradizione dice debba rompersi con un matterello.
ORIGINE DEL NOME GIUGGIULENA E CUBBAITA
Il nome giuggiulèna è un termine siciliano dialettale derivante, dall’arabo giolgiolàn (sesamo), che indica l’ingrediente principale il sesamo appunto.
Tuttavia a seconda dei luoghi è chiamato anche Cubàita, Cubbaita, Cubarda, Copeta, Cupata.
Tanti nomi che indicano il torrone ma ciò che li distingue è la differente frutta secca all’interno (mandorle, pistacchi, noci, sesamo, spezie diverse).
C’è anche chi associa il nome cubbaita al latino “cupedia”o “cuppedo”che letteralmente significa “ghiottoneria”.
A questo riguardo c’è anche chi associa la cubbaita alla nociata romana di cui vi racconterò presto.
Nelle ricorrenze pubbliche o feste patronali siciliane non mancano i “turrunari”, ovvero gli ambulanti che vendono rombi di torrone al sesamo o mandorle.
GIUGGIULENA – CUBBAITA E PERSONAGGI ILLUSTRI
La giuggiulena è un dolce molto antico considerato che l’imperatore Federico II di Svevia aveva l’abitudine di portarsi delle scorte nel suo bagaglio durante i suoi viaggi, per addolcire la sua lontananza dalla sua Sicilia.
La durezza di questo dolce ispirò anche Andrea Camilleri che gli dedicò l’Elogio della cubaita dell’antico torronificio Nisseno.
“La Cubaita ti obbliga a una sua particolare concezione del tempo, ha bisogno dei tempi lunghi del viaggio per mare o per treno, non si concilia con l’aereo, con la fretta. Ti invita alla meditazione ruminante. Rende più dolce e sopportabile l’introspezione, che non sempre è un esercizio piacevole“.
Nelle ricorrenze pubbliche o feste patronali siciliane non mancano i “turrunari”, ovvero gli ambulanti che vendono rombi di torrone al sesamo o mandorle.
FOOD TIPS: INDICAZIONI SULL RICETTA
La ricetta è veramente facile da realizzare con pochi ingredienti e pochissimo tempo.
Se siete in ritardo con i regali oppure avete qualche collega, vicino di casa, amico a cui fare un cadeaux natalizio questa ricetta fa al caso vostro.
In questa versione il torrone non risulterà non troppo duro, così potrà essere mangiato senza problemi anche da chi ha i denti deboli.
Potete decorarlo con una mandorla, o granella di pistacchio, al centro dei rombi o cubotti di torrone che avete ottenuto.
Ottimo la versione con Mielbio al limone o arancia.
Un’avvertenza: mangiare con moderazione crea dipendenza!
Ingredienti:
- 280 g di miele (io Miele di Fiori Rigoni di Asiago)
- 260 g di semi di sesamo
- 120 g di zucchero
- scorza di un limone
- olio si semi q.b.
Procedimento:
Fate bollire sul fuoco lo zucchero il miele e la scorza di limone in un pentolino dal fondo spesso, a fuoco medio.
Quando inizierà a bollire, abbassate poco la fiamma e versare a pioggia il sesamo e mescolate.
Se vedete che i semi di sesamo sono pochi incrementate la dose fino attenere un impasto consistente.
Mescolare velocemente per far amalgamare il tutto.
Versate su un piano di marmo unto di olio di semi il composto, livellatelo con una spatola bagnata e dategli la forma di un rettangolo alto 1 cm.
Fintanto che il composto è ancora caldo incidetelo con un coltello bagnato, nel senso della lunghezza.
Se volete dei rombi tagliate poi ogni striscia in obliquo per ottenere dei rombi.
Lasciate riposare la giuggiulena tutta la notte per farla assestare e solidificare prima di consumarla.
Si conserva per un mese in un contenitore di vetro ben chiuso.
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Un contorno delizioso.
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