Berlingozzo
Il berlingozzo è un dolce da forno toscano a forma di ciambella tipico del giovedì grasso oggigiorno consumato tutto l’anno.
BERLINGOZZO: OMEN NOMEN
Il nome berlingozzo deriva da berlignaccio termine che significava “fare festa a tavola” utilizzavano dai toscani anche per intendere il giovedì grasso.
L’origine deriva dal verbo berlingare con il quale si intendeva l’arte di chiacchierare, o meglio ciarlare, a tavola dopo aver mangiato e bevuto oltremisura.
Ci sono poi ipotesi minoritarie che lo riconducono al termine tedesco tedesco “ brett ” o dal latino berlengo, entrambi riferiti alla tavola.
C’è infine che afferma che l’etimologia del termine rimanda a un certo Berlinghieri, paladino di Carlo Magno, gran mangiatore e bevitore.
UN’EREDITA’ DI LORENZO DE MEDICI
Grazie alle menzioni riconducibili al berlingozzo (o meglio dei termini berligare e berlingatore sinonimo di mangione) in alcune opere letterarie di Boccaccio e Sacchetti si è risaliti al ‘400 come epoca natale di questa ciambella.
Pare che la ricetta derivi proprio dalla tavola di Cosimo I de’ Medici (dove era servito però come antipasto), il quale lo menziona anche nei canti carnacialeschi parlando dei fornai: “Donne, noi siam giovani fornai, de l’arte nostra buon’ maestri assai: Noi facciam berlingozzi, e zuccherini”.
Storie popolari raccontano, infine, che i più burloni durante il carnevale portassero la ciambella legata al collo come emblema di uno stravizio con cui festeggiare la fine dei giorni della baldoria carnevalesca.
I festeggiamenti sfrenati del carnevale, infatti, hanno luogo nei sette giorni antecedenti la Quaresima, chiamata appunto “settimana dei sette giorni grassi” che si conclude con il mercoledì delle Ceneri il quale apre il periodo di astinenza e penitenza (quaresima).
Il giovedì grasso, pertanto, era considerato la festa dell’abbondanza dopo il quale inizia la morigeratezza quaresimale e il periodo senza carne cave carnem da cui il termine Carnevale.
I MIEI CONSIGLI SULLA RICETTA
La peculiarità di questo dolce è che, nonostante il passare del tempo, si mantiene attuale.
Cercandola in rete vi accorgerete, infatti che gli ingredienti sono per lo più standard in quasi tutte le ricette fatta eccezione per eventuali presenze di liquore.
Esite poi il Berlingozzo di Lamporecchio la cui diversità è la presenza di semi di anice o della sua essenza di questa spezia.
Io ho scelto una versione basica senza liquori perchè più pratica (non tutti hanno vin santo e liquore all’anice in casa) e adatta anche ai bambini e priva di latte (dairy free).
La ricetta prevede che sia bagnato con una glassa all’arancia e ricoperto di confettini colorati ma se volete una ciambella da inzuppare nel latte potete anche omettere questo passaggio.
Qualcuno suggerisce di mettere gli zuccherini colorati sul dolce prima d’infornarlo.
Se dovere regalarlo, per una questione estetica, vi sconsiglio di farlo perchè gli zuccherini con il calore si sciolgono e il risultato è un miscuglio di colore non proprio bello da vedere.
Nel caso di regalo homemade quindi è preferibile fare la glassa e solo dopo mettere a pioggia gli zuccherini colorati (in pasticceria chiamati mompariglia), in questo modo aderiranno alla superficie e manterranno vivido il loro colore.
Qualora decideste di omettere la glassa potete rendere più bello il dolce decorandolo con della polvere di zucchero scintillante (che vedete nella foto) che gli conferisce un effetto glitterato.
Io l’ho preso da Peroni ce ne sono diversi colori, questo il link dove poterlo acquistarlo.
Un dolce profumato e morbido ideale per la colazione, per la merenda o con il te.
Ingredienti:
- 250 g di farina 00
- 170 g di zucchero semolato
- 2 uova intere
- 2 tuorli
- 50 ml di olio d’oliva
- 2 arance biologiche (scorza)
- 1 bustina di lievito per dolci
- 1 pizzico di sale
Ingredienti per la glassa all’arancia:
- due arance biologiche (succo)
- 40 di zucchero
Preparazione:
Per preparare il berlingozzo iniziate setacciando la farina con il lievito, aggiungete un pizzico di sale, mescolate e tenete da parte.
Separate gli albumi dai tuorli.
Radunate in una ciotola 4 tuorli e lo zucchero e montateli con le fruste fino a ottenere un composto chiaro e spumoso.
Prelevate la scorza dell’arancia con una microplane o una grattugia e aggiungetela al composto di uova
(Ricavate il succo dal resto delle arance e tenetelo da parte per fare la glassa).
Inserite a filo l’olio nel composto di uova aromatizzato con la scorza di arance mentre continuate a montare l’impasto.
Inserite quindi la miscela di farina e lievito gradualmente continuando a mescolare.
Per ultimo aggiungete gli albumi montati a neve integrandoli nel composto poco alla volta con movimenti delicati dal basso verso l’alto.
Imburrate (o cospargete di olio per una versione dairy free) e infarinate uno stampo da 22/24 cm per ciambella o con il buco (se usate uno stampo in silicone omettete questo passaggio).
Versate il composto nello stampo, battetelo non troppo forte sul tavolo per livellare l’impasto e far uscire eventuali bolle d’aria.
Infornate nel forno preriscaldato a 180° e fate cuocere per circa 30/35 minuti minuti in modalità statica.
(Verificate la cottura prima di estrarlo dal forno e se necessario prolungatela di qualche minuto)
Mentre il dolce cuoce preparate la glassa: riunite in un pentolino il succo di arancia e lo zucchero e fateli sciogliere sul fuoco a fiamma bassa.
Quando il dolce sarà cotto bagnatelo con lo sciroppo all’arancia e ricoprite la superficie con i confettini colorati (mompariglia).
Se cerchi ti piacciono le arance prova anche gli ARANCINI DI CARNEVALE
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