Alla scoperta della gastronomia italiana con gli agrichef
Andare alla scoperta della gastronomia italiana con gli Agrichef Cia – Agricoltori Italiani è stata una della più entusiasmanti avventure che abbia fatto di recente.
Chi mi conosce sa che sono una cultrice della tradizione gastronomica del nostro paese e una sostenitrice delle realtà territoriali italiane di cui racconto nella mia rubrica del blog “Mangiando viaggiando“.
Per questo motivo ho accolto con slancio l’invito della CIA-Agricoltori Italiani di partecipare alla giuria per la selezione regionale degli agrichef che accederanno alla finale prevista nei pressi di Roma a maggio p.v.
Ma andiamo con ordine: chi sono gli agrichef, ne avete mai sentito parlare!?
CHI E’ L’AGRICHEF
Gli agrichef sono “rappresentanti del territorio e divulgatori della tradizione, capaci di amalgamare i saperi della cultura contadina con il recupero di ricette antiche e la valorizzazione di luoghi e tipicità autoctone“.
Alla CIA-Agricoltori Italiani, da sempre sostenitrice del mondo georgico non è sfuggito il ruolo importante che hanno gli agriturismi nella promozione del turismo rurale.
Gli agrichef sono molto vicini alla figura dell’imprenditore agricolo e vivono una realtà che rispecchia il concetto di “impresa contadina”.
Gli agrichef come gli agricoltori, infatti, coltivano la terra, producono prodotti a filiera cortissima e sono anche custodi della biodiversità.
Inoltre hanno padronanza delle tradizioni locali e le interpretano attraverso ricette semplici che esprimono una profonda conoscenza del territorio e dei suoi prodotti.
COME HO CONOSCIUTO IL FESTIVAL DEGLI AGRICHEF
Un invito a far parte della giuria alla manifestazione organizzata dalla Cia – Confederazione Italiana Agricoltori, in collaborazione con l’Associazione Turismo Verde guidata dal neo presidente per il Molise Pino Rosa, è stata l’occasione per conoscere la realtà degli agrichef.
Ho scoperto così che l’intento del festival è di valorizzare i prodotti tipici locali e di dare visibilità a cuochi/e che cucinano negli agriturismi, con una spiccata sensibilità verso il proprio territorio.
Il progetto è incontrare le scuole alberghiere regionali e raccontare ai ragazzi che diventeranno gli ambasciatori del cibo italiano che esistono altre realtà.
Oltre ai ristoranti, infatti, ci sono gli agriturismi che esprimono valori importanti come quelli rurali.
“Vorremmo far capire ai giovani e agli aspiranti chef che non esistono solo le cucine stellate per imparare a cucinare” – racconta il Presidente di Tommaso Buffa, direttore Nazionale di Turismo Verde – “e che le esperienze al fianco degli agrichef sono fortemente formative“.
LA PRIMA VOLTA IN MOLISE DEL FESTIVAL
Quest’anno al festival degli Agrichef Cia -Agricoltori Italiani, giunto già alla IV edizione, aderiva per la prima volta anche il Molise.
Questa piccola regione straordinarimente attaccata alla tradizione è stato il varo per la mia partecipazione al festival degli agrichef.
La prima tappa molisana si è svolta lo scorso novembre nell’Istituto Alberghiero di Vinchiaturo, dove 7 agrichef hanno dato luogo a una parata di piatti regionali a base di prodotti tipici locali.
Ad ambire alla finale a Roma sono stati gli agrichef dei seguenti agriturismi: La Ginestra – Cercemaggiore (CB), Fattoria Di Vaira – Petacciato (CB), Fattoria Rossi – Forlì Del Sannio (IS), Aia Della Foresta – Macchia Valfortore (CB), Casale Rosa – Vinchiaturo (CB), La Piana Del Riccio – Campolieto (CB), Zampacorta – Macchiagodena (IS).
Il piatto scelto per rappresentare il Molise alla finale di Roma è stato il ‘Raviolo di ricotta con porcini, zucca e tartufo’ dello chef Pasquale Felice del ‘Casale Rosa’.
Forse non molti sanno, infatti, che in terra molisana c’è un’ampia produzione di tartufo da fare invidia ad Alba, questa notizia l’ho apppresa partecipando al Festival.
Si è ritenuto quindi che questo piatto, con il tartufo e altri prodotti di stagione locali, avesse valorizzato la tipicità territoriale.
LA TAPPA LUCANA DEL FESTIVAL DEGLI AGRICHEF
Altra tappa alla quale ho preso parte di recente è stata quella tenutasi presso l’Istituto alberghiero “G. Fortunato” di Manfredonia in provincia di Matera.
In questa occasione un nutrito gruppo di ben 14 agrichef ha partecipato alla selezione facendo vanto nei loro piatti delle tipicità lucane.
Un antipasto, numerosi primi, alcuni secondi avevano fra gli ingredienti: peperoni cruschi, fave, cicorie, cime di rapa, rafano, pistacchi di produzione locale, arancia staccia di Tursi (Arca del gusto -fondazione slow food), suino nero.
Espressione di altre tipicità locali: le manate (pasta fatta a mano), la carchiola (focaccia non lievitata di farina di mais), il caciocavallo Podolico (Presidio slow food).
A passare il turno della tappa Lucana è stato il piatto “Cavatelli con crema di podolico, mollica fritta e peperoni cruschi”.
Piatto proposto dall’agrichef Santa Maria Bianco dell’Azienda agricola Di Gilio Antonio di Ferrandina che produce in proprio formaggio regionale.
LE PROSSIME TAPPE DEL FESTIVAL
Turismo, territorio, tradizione e cultura gastronomica locale sono i leitmotiv di questo festival che vi consiglio di seguire.
Fra le altre tappe consumate e ultime consumande: 25 febbraio Biella (Piemonte), 26 febbraio Spoleto (Umbria), 12 marzo Fasano (Puglia), 15 Partinico (Sicilia), 27 marzo Cosenza (Calabria).
La finale si terrà il 19 maggio presso l‘Istituto alberghiero Ipsseoa Costaggini di Rieti.
Io ci sarò, in quella data seguitemi sui miei canali social: Fanpage Cucina Serena – Instagram cucinaserena e potrete scoprire quale regione vincerà.
Per sapere di più sulle precedenti tappe e sulla finale seguite CIA – Agricoltori Italiani che ringrazio per avermi coinvolta in questa bella avventura.
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