Alla scoperta del Piceno in 100 ore
Cento sono state le ore che hanno percorso 9 blogger alla scoperta del Piceno, lo stesso numero dei cantici che compongono il capolavoro di Dante la “Divina commedia” e come un’assonanza ben augurante anche questo tour è risultato essere un’opera perfettamente elaborata dalla Picenum Tour che l’ha curata e organizzata “autonomamente” in ogni dettaglio lasciandoci tutti piacevolmente sorpresi.
Quando sono stata assoldata per quest’avventura ero entusiasta ma non avrei mai pensato che la realtà avrebbe superato le mie aspettative: una regione rigogliosa, paesaggi variegati e incantevoli, storia, cultura, prodotti di eccellenza e una fierezza della propria terra nelle genti che la abitano.
Oggi vi porto con me ripercorrendo i seimila minuti alla scoperta del Piceno, mettetevi comodi c’è un po’ da leggere ma ne varrà la pena credetemi troverete spunti per luoghi e posti che meritano di essere visitati.
LA CITTA’ DI ASCOLI
Jean-Paul Sartre diceva di questa città che “passeggiare per le strade di Ascoli Piceno, per i vicoli divisi tra ombra e sole, equivale davvero a sfogliare a caso un libro di storia dell’arte italiana, imbattendosi nelle illustrazioni più rappresentative ed espressive“.
ASCOLI in effetti è ricca di storia, una città antica di epoca pre-romana a stampo prettamente medioevale ma con influssi barocchi e rinascimentali di cui è emblema la bella piazza del Popolo cinta da porticati e chiusa dalla splendida abside di San Francesco, da molti ritenuta “un salotto cittadino” con diversi caffè antichi ne è un ammirabile esempio il Caffè Meletti dichiarato nel 1981 “Locale di interesse storico e culturale” dal Ministero dei beni culturali, nei bagni del locale sono infatti visibili alcuni resti di epoca romana e tra i suoi avventori vengono menzionati artisti celebri come Hemingway e Guttuso.
Da qualche anno il caffè ha aperto anche alla ristorazione oggi affidata allo chef Roberto Di Sante ancorato alla sua origine marchigiana ma con un estro spiccatamente creativo retaggio di famiglia. Fra tutti i suoi piatti degni di menzione sono: la battuta di marchigiana leggermente marinata al lampone pesto di nocciole del Piemonte sfoglia croccante e misticanza fresca di campo, l’essenziale di carciofo caviale di rosmarino patata e moretta fanese ma anche le sue olive all’ascolana con l’aggiunta di scorsa di limone che gli da’ un tocco di gusto fresco e particolare.
L’altra piazza cara agli ascolani è p.zza Arringo dove sono ubicati i monumenti più rappresentativi della città quali Palazzo dell’Arengo sede della Pinacoteca Civica e del Comune, il Battistero di San Giovanni esemplare di architettura religiosa in stile romanico e il Palazzo dell’Episcopio con il Museo Diocesano e la Cattedrale di Sant’Emidio intitolato al primo vescovo di Ascoli Piceno, patrono della città e protettore del terremoto, realizzata sui resti di una precedente Basilica romana (il Tribunale).
Se dopo aver passeggiato a lungo fra le Rue, parola che deriva dal latino rugam (ruga) con le quali sono chiamate le tipiche viuzze di Ascoli, avete bisogno di una sosta fermatevi da Ozio il cui nome (non a caso) richiama proprio il concetto caro agli antichi greci del dolce far niente, qui potrete trascorrere piacevoli momenti in totale relax, lasciare un libro e prenderne in cambio un altro e nel mentre gustare specialità locali fatte con prodotti a km 0, piatto di punta del locale la cacciannanza tipica focaccia ascolana che si mangia soltanto ad Ascoli (!)
Se voleste cenare in un locale più elegante invece indirizzatevi al Desco, pur ricavato da un palazzo rinascimentale l’ambiente è moderno, sobrio e accogliente, la cucina è affidata alle mani dei giovani chef Riccardo Lupi e Sandro Di Donato, qui potrete gustare sia piatti tipici ascolani che una cucina più elaborata come il brasato di guancia di maiale.
Per pernottare ad Ascoli il Di Sabatino Resort è l’ideale perchè situato a pochi passi da P.zza del Popolo consta di 21 situes accoglienti e curate, la cortesia e la cordialità che contraddistingue il personale vi farà sentire come a casa. Il Di Sabatino Resort omaggia i miei lettori dello SCONTO del 10%, per usufruire dello sconto basterà menzionare il mio blog e 100 ore nel Piceno.
I BORGHI: OFFIDA e GROTTAMMARE
“Nobilis interius laetis iacet Aufida campus Urbs munita loco, divitiisque potens” (internamente a lieti campi in mezzo, sta la nobile Offida; adorna e forte di rocca e muri, e che potente fanno le sue ricchezze e il cittadin valore) così Francesco Panfilo (“Picenum”1575) descriveva Offida oggi annoverata fra i borghi più belli d’Italia.
Il paese sorge su uno sperone roccioso tagliato dal torrente Lama il cui centro è racchiuso all’interno delle mura Castellane del XII sec, sulla piazza centrale (p.zza del Popolo) spicca il Palazzo Comunale nel quale è stato ricavato il Teatro Serpente Aureo del 1820, sull’altro lato c’è la Chiesa della Collegiata e poco distante sorge il convento di S. Agostino dove, in un piano sopra all’abside della chiesa, si trova la cappella del miracolo eucaristico.
Al confine dell’abitato è situato invece il gioiello della cittadina la chiesa di Santa Maria della Rocca in stile gotico costruita su una preesiste chiesa benedettina la quale domina la valle picena, la visita in questa meravigliosa chiesa trecentesca è stata assistita dalla guida Lella Palumbi che ci ha rivelato la storia e il miracolo della sua sopravvivenza.
Offida è rinomata anche per il merletto a tombolo che dal 2009 ha conseguito il marchio di tutela che garantisce la qualità del prodotto e al quale la cittadina ha dedicato un apposito Museo dove si possono ammirare le diverse tipologie di lavorazione.
Se vi fermate ad Offida non perdete l’occasione di mangiare all’Osteria Ophis dello chef Daniele Citeroni che ha incentrato la sua cucina sulla stagionalità e sull’impiego dei prodotti tipici locali a km 0, non a caso è un’osteria che fa parte dell’Alleanza Cuochi Slow Food protesa a difendere la biodiversità alimentare, gli chef con tale attitudine sono quelli che io definisco “votati all’etica della Ristorazione” perchè attenti al patrimonio della natura e all’uso consapevole di esso in cucina. Tra i suoi piatti da non perdere i “cannelloni al cucchiaio, la cipolla al sale con crema di caprino” e “come un funghetto offidano” un guscio di meringa ripieno di crema all’anice verde di Castignano sua personale rivisitazione del dolce tipico di Offida.
Per un aperitivo o una cena meno formale Vistrò è un wine bar che potrebbe fare al caso vostro, intimo e accogliente qui troverete, oltre ad una selezione di vini tipici locali, piatti della tradizione o altri più particolari come il panino gourmet al “sesamo con polpetta di marchigiana e pezzetti da caldarroste, guanciale croccante e crema di mela rosa dei monti Sibillini” ideato dallo chef Daniele Citeroni, da non perdere anche l’assaggio del Chichì ripieno tipica pizza Offidana che potrete anche acquistare in loco nella versione da asporto presso Fior di Farina dove troverete molti altri prodotti della gastronomia marchigiana.
Il vecchio incasato di Grottammare Alta è un altro borgo antico considerato fra i più belli, situato a picco sul mare ha un tipico aspetto medioevale che si sviluppa intorno alla piazza Peretti, le sue stradine strette sono costeggiate da case rustiche che gli conferiscono un aspetto molto caratteristico. Guardando il panorama attraverso la loggia della struttura che un tempo ospitava il convento lo sguardo si perde dove il confine tra cielo e mare si elide, un visione che lascia incantanti e merita senz’altro una visita.
In questa località se volete cenare in un locale con vista sul lungomare assaporando piatti della tradizione riproposti in chiave più moderna dallo chef Lamberto Langiotti provate il Ristorante Borgo Antico a Grottammare.
Se cercate invece un locale dal design più contemporaneo ma incentrato sulla “ristorazione picena” il Ristorante Marili farà al caso vostro, lo chef Andrea Mosca vi delizierà con piatti della tradizione elaborati con tecniche innovative e un uso consapevole delle erbe in cucina come il cremoso di lattuga del giorno prima oppure il tenero di manzo con erbe di campo e ciliegie.
Se volete invece un posto più suggestivo per una serata speciale l’Attico sul mare è la location adatta, una terrazza con affaccio vista mare sulla riviera delle palme dove mangiare pesce e sushi, il locale è in grado di soddisfare anche chi ha problemi di celiachia. Qui non perdetevi l’occasione di assaggiare delle vere “chicche culinarie” il Foie gras di fegato di merluzzo con gelatina di Campari e tartufo nero estivo piatti nati dalla conoscenza ittica del titolare Simone Marconi e il Sorbetto di sedano e lime con insalata di frutta, verdura e centrifugato di melone e carote.
IL MARE: S. BENEDETTO DEL TRONTO
E’ uno dei principali poli turistici delle Marche nota anche come Riviera della Palme, denominazione oggi estesa anche ai comuni di Grottammare e Cupa Marittima, oltre ad essere il centro più frequentato dai turisti per la presenza di numerose palme di ben 13 tipologie diverse, ha una pista ciclabile lunga 15 km che costeggia la spiaggia sino ad arrivare a Cupra Marittima, una parte della quale noi food and travel blogger abbiamo avuto il piacere di percorrerla in sella alle biclette Dolcevita della Ivel.
Essendo uno dei più importanti poli pescherecci e turistici di primaria importanza nazionale (è presente anche un Museo Ittico) la cucina è prettamente marinara, ne é emblema il brodetto sambenedettese una pietanza povera nata per necessità e diventata oggi piatto di punta di ogni menù locale che nel tempo ha subito evoluzioni più raffinate ad opera degli chef locali.
In quanto località balneare e porto ittico per scegliere un locale in cui mangiare avrete solo l’imbarazzo della scelta ma non perdetevi questi due:
Le Croisette situato sul lungomare di San Benedetto di giorno è anche stabilimento ma già da anni ha ampliato con successo i propri orizzonti alla ristorazione, il brodetto sambenedettese reinterpretato dallo chef Alcide Andrea Romani nella sua variante 2.0. è la versione più buona che abbia assaggiato per cui ve la consiglio vivamente ma non da meno sono gli altri suoi piatti. La cordialità e la simpatia del titolare Andrea Conti e del suo staff rende il locale informale e molto accogliente.
Ristorante Degusteria del Gigante di Sigismondo Gaetani con lo chef donna Sabrina Tuzi dedita a una cucina essenziale ma raffinata con grande conoscenza in materia culinaria (non a caso è Ambasciatrice del Gusto dell’Accademia di Carlo Cracco) come il Maialino all’anice verde e crema di cipolla e mela rosa fra i piatti di punta del ristorante.
Questo tour per noi blogger è stato molto di più di un semplice viaggio, laboratori di cucina con Sabrina Tuzi che ci ha insegnato a fare le olive ascolane e altri piatti marchigiani, visite fra i vigneti presso le aziende vinicole di cui vi parlo nell’articolo da me redatto per AIFB (Associazione Italiana Foodblogger) e presso l’Antico Molino Santa Chiara, uno spunto per conoscere meglio una terra forse non giustamente valorizzata.
Ringrazio la Picenum Tour per avermi consentito di far parte di questo progetto e tutte le aziende e i Ristoranti che ci hanno accolto mostrando un’ospitalità che in me ha lasciato un piacevolissimo ricordo.
Tanti bei ricordi condivisi con: Adele Gilardo (Fornelli Fuori sede) – Felicia Sangermano (Licia Sangermano)– Ruggero (Lamorfou) – Annalisa de Benedictis (Queen’s Kitchen) – Mariachiara Carelli (Vaniglia Bourbon) – Emily Carrer (Guardo il Mondo da un Oblò) – Luca Cuffari (Habemus Fame) – Silvia De Leonardis (Acqua e Farina- sissima).
Foto di copertina PH Marco Cicconi
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