Risotto arancia taleggio e polvere di liquirizia
Un blog è un po’ come un taccuino personale dove registrare i propri esperimenti in cucina, le ricette meglio realizzate, quelle hanno dato più soddisfazione nell’esecuzione per grado di difficoltà o per vinto scetticismo della riuscita quando il risultato si è rivelato, contrariamente alle aspettative, una sorpresa e poi ci sono quelle che appassionano perchè semplicemente incontrano il proprio gusto personale e ti fanno dire “questo è proprio il piatto che fa per me”!
Era tempo che volevo realizzare questa ricetta per non doverla andare a cercare nel quadernino (anacronistico ma ancora prezioso) dove è appuntato molto del mio trascorso sperimentale in cucina e quando sono stata invitata da una cara amica blogger e poi dall’Aifb che invitava i soci a partecipare ho pensato fosse giunta l’occasione per pubblicare questo risotto che è in assoluto fra tutti il mio preferito, non fosse altro per il fatto che l’ho personalizzato.
Mi piacciono molto i sapori agrumati, trovo che diano un aroma particolare ai piatti sapidi mentre la liquirizia (pianta che sin da piccola amo al punto di preferirla al cioccolato) da qualche anno è stata una piacevole scoperta come ingrediente jolly da impiegare anche in molte ricette salate; un mondo, o forse dovrei dire un file utilizzando in termine più avanguardista, che mi si è aperto qualche anno fa parlando con uno chef incontrato per caso mentre facevo acquisti in un negozietto di primizie e prodotti locali particolari in Calabria regione nella quale si concentra l’80% della produzione nazionale di questa pianta.
Così la ricetta di riso al taleggio e arancia che avevo appuntata è stata modificata con la cottura finale nel succo di arancia, ampliandone il sapore, e con l’aggiunta della polvere di liquirizia che con la sua nota dolciastra fa da contrasto al sapore agrumato dell’arancia mentre il taleggio resta l’ingrediente forte del piatto che armonizza perfettamente gli altri due ingredienti senza sovrastarli troppo.
Come riso ho scelto la qualità Carnaroli non solo perchè ha chicchi grossi che notoriamente ben si prestano alla cottura risottata ma per la sua capacità d’inglobare i sapori e di tenere perfettamente la mantecatura.
Con questa ricetta partecipo al Contest Rice Food Blogger 2017 – Chef Giuseppina Carboni in collaborazione con
Aifb Risate & Risotti Chef Academy Chef & Maitre
Ingredienti:
30 minuti (facile) | |
4 |
- 300 g di riso carnaroli
- 1 arancia non trattata (1/2 succo + scorza)
- 850 ml di brodo vegetale
- 80 g di taleggio
- 50 g burro
- 1 scalogno
- 1 cucchiaio raso di polvere di liquirizia di Calabria D.O.P.
- sale q.b.
Preparazione:
Per prima cosa pulite l’arancia e con un pelapatate privatela la buccia facendo attenzione a non asportare anche l’albedo, tagliate la buccia a striscioline sottili e tenetele da parte.
Spremete metà dell’arancia, filtratene il succo con un colino e tenete anche questo da parte.
In un tegame dal fondo spesso fate fondere il burro, aggiungete lo scalogno precedentemente tritato finemente e fatelo appassire poi inserite le scorze di arancia, lasciatele rosolare fino a che non prendano colore quindi abbassate la fiamma, bagnate con il brandy e fate evaporare il liquore.
A questo punto versate il riso, fatelo tostare un paio di minuti, salate (poco) poi bagnate con metà di brodo vegetale, proseguite la cottura per altri 12-13 minuti aggiungendo il resto del brodo, a più riprese, man mano che si ritira avendo cura di mescolare di continuo il riso per non farlo attaccare.
All’ultimo quando il brodo si sarà quasi asciugato aggiungete il taleggio in piccoli pezzi, versate il succo di arancia che avevate tenuto da parte e mantecate fino a che il formaggio sarà diventato cremoso e il succo si sarà un po’ assorbito, quando il succo inizierà a ritirarsi assaggiate e all’occorrenza regolate di sale.
Versate il riso nei piatto, decorate con una spolverata (un cucchiaino da te raso) di polvere di liquirizia e per un maggior effetto scenografico aggiungete ancora qualche fiocchetto di taleggio e dei riccioli di buccia d’arancia non trattata.
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