Pesche ripiene all’amaretto
Negli antichi ricettari si diceva “belle pesche giallorosse di agosto”, coerentemente con la tradizione culinaria e con la stagionalità del frutto protagonista di questo dessert, che va da maggio fino a settembre raggiungendo il loro massimo ad agosto, l’aifb dedica la giornata odierna del calendario del cibo italiano alle pesche all’amaretto di cui è ambasciatrice la bravissima Ottavia Bielli che saprà dirci molto di più sul dessert principe di questa giornata.
Ancorchè qualche isolata voce respinga il legame con le famose pesche ripiene alla piemontese per molti le pesche all’amaretto sono invece da ricondurre alle “persi pijen” le quali sono servite soprattutto in occasione delle feste patronali piemontesi che cadono in estate. La leggenda vuole, infatti, che si siano originate ad opera delle massaie preposte a cuocere il pane il giorno antecedente la festa nei grandi forni comuni le quali, terminata la panificazione e visto che il forno restava a lungo caldo, mettevano a cuocere teglie di pesche ripiene da consumare il giorno successivo a conclusione del pranzo.
A corroborare l’origine Piemontese il fatto che a far conoscere questo dolce del Piemonte alle casalinghe italiane sia stata Ada Boni ne “Il Talismano della Felicità” (1929) e Nonna Genia, ricettario per eccellenza della cucina piemontese, nel quale la ricetta delle pesche ripiene è quasi identica a quella di Ada Boni se non fosse per l’aggiunta di polvere di cacao amaro nel ripieno, probabilmente per bilanciare la dolcezza delle pesche, anche Pellegrino Artusi ne parla proponendo tuttavia nel suo libro una sua versione diversa dalle altre in cui il ripieno è fatto di savoiardi e mandorle.
Contribuisco volentieri a questa GN perchè le pesche ripiene all’amaretto sono un dessert che faccio volentieri durante la bella stagione essendo di facilissima esecuzione.
La ricetta che propongo per altro è ancor più semplice ed indicata per l’estate, perché contrariamente alla versione tradizionale piemontese non richiede cottura in forno (né il tuorlo nel ripieno) ed è quindi fattibile anche durante i giorni del solleone, proviene dalla nonna di una mia amica che le cuoceva in padella conseguendo lo stesso un ottimo risultato. Come nonna Genia poi anch’io le servo con sopra il cioccolato fondente in scaglie perché lo trovo esteticamente più gradevole.
Se la combinazione di frutta, amaretti e cioccolato vi ha incuriosito ecco la ricetta di nonna Mirella, da me rivisitata, per realizzare questo dessert semplice ma gustoso..
15 min | |
2/4 |
Ingredienti:
- 5 pesche mature (preferibilmente pesca di vigna)
- 1 cucchiaio di zucchero
- 15 g di burro (oppure olio)
- 3 amaretti sbriciolati (senza albume per ricetta veg)
- 2 cucchiaini di cacao amaro in polvere
- vino bianco dolce q.b.
- scaglie di cioccolato fondente per decorare
Preparazione:
Per prima cosa lavate le pesche (secondo la tradizione dovrebbero essere pesche di vigna) ed asciugatele accuratamente.
Praticate un’incisione per la lunghezza della pesca e ruotate in senso opposto le due metà, in questo modo si separeranno ed a questo punto con la punta di un coltello potrete asportare il nocciolo all’interno. Eliminate un po’ di polpa intorno all’incavo del nocciolo per creare un avvallamento da riempire poi con il ripieno.
Prendete una delle 5 pesche sbucciatela e tagliatela a dadini piccoli poi sminuzzatela con un coltello quindi versatela in una ciotola ed aggiungetevi gli amaretti sbriciolati, il cacao amaro ed amalgamate.
Sminuzzate anche il cioccolato fondente riducendolo a scaglie e tenetelo da parte.
Mettete in un padellino il burro (oppure un velo di olio), lasciatelo sciogliere poi adagiatevi le pesche e fatele cuocere un paio di minuti coprendo con un coperchio così il vapore che si crea le farà ammorbidire, dopodiché eliminate il coperchio e quando risulteranno asciutte bagnatele con il vino e fatelo evaporare parzialmente.
Riempite l’interno delle pesche con il ripieno quindi fatele cuocere un paio di minuti (se occorre ungete prima il pentolino con un velo di burro/olio) dopodichè spegnete il fuoco e fatele freddare*.
Al momento di servirle cospargetele con il cioccolato fondente sminuzzato e se volete arricchire il dessert aggiungete una pallina di gelato alla crema.
Nota: E’ consigliato usare pesche ben mature non solo perchè più dolci ma anche perchè sono più facili da denocciolare. La tradizione richiederebbe la pesca di vigna (chiamata così perché, gli alberi erano piantati tra i filari delle viti).
Se volete delle pesche più asciutte e con la crosticina potete passarle qualche minuto sotto il grill del vostro forno.
Per questo post mi sono documentata:
http://cucinapiemontese.blogspot.it/2013/09/pesche-agli-amaretti-e-cioccolato.html
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/08/12/dolcezze-dal-cuore-amaro.html?refresh_ce
http://cucinapiemontese.blogspot.it/2013/09/pesche-agli-amaretti-e-cioccolato.html
http://cucina.corriere.it/
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