Pollo al limone e miele
Il calendario del cibo italiano dedica la giornata di oggi all’edulcorante primordiale conosciuto ed utilizzato dalla notte dei tempi: il miele. Sarà Susanna Canetti, l’ambasciatrice di quest’oggi, a parlarcene in dettaglio nel post ufficiale sul sito dell’aifb.
Il miele, essendo dotato di fattori antimicrobici tra cui l’acidità (pH attorno a 4) che contrastano la crescita di diversi microorganismi e di un’alta concentrazione zuccherina che li uccide per disidratazione, veniva utilizzato in cucina sin dall’antichità come conservante; di fatti nel suo ormai più volte citato trattato, “De re coquinaria-L’arte culinaria”, il gastronomo romano Apicio (I sec d.C) ne consigliava l’uso per conservare in immersione diversi tipi di frutta e persino la carne.
Ma questo straordinario alimento era conosciuto ancor prima ai tempi dell’antico Egitto dove il miele era impiegato in uso alimentare e medico ma veniva anche deposto accanto alle mummie per accompagnarli durante il viaggio nell’aldilà, l’archeologo T.M. Davies durante alcuni scavi ha rinvenuto un barattolo di miele di addirittura 3300 anni fa che pare fosse ancora intatto ed in buono stato sotto il profilo organolettico.
Anche nel codice di Hammurabi, considerato fra le più antiche ed importanti raccolte di leggi, ci sono articoli che tutelavano gli apicoltori dal furto di miele nelle arnie.
I greci poi lo consideravano il “cibo degli dei”, persino Omero descrisse la raccolta del miele selvatico, spesso utilizzato come dono votivo durante i riti propiziatori.
Si può dire che l’uso del miele non ha subito declinio nel corso dei secoli sino ad arrivare ai giorni nostri in cui, grazie ad una crescente cultura gastronomica e consolidate sperimentazioni, si è giunti a farne un largo impiego in molti settori della cucina.
Nella preparazione di pietanze infatti il miele, purchè di ottima qualità ed utilizzato con moderazione, diviene uno straordinario esaltatore di dolcezza, di aromaticità o di sapidità a seconda dell’uso che se ne fa’ in abbinamento con altri ingredienti.
Proprio come questa ricetta che vi propongo nella quale la presenza del miele conferisce sapore ad una carne di per sè insipida come quella di pollo, tuttavia la nota zuccherina del miele viene compensata da quella acidula del limone che la mitiga senza spegnerla mentre gli aromi aggiungono profumo e tutti insieme donano un gusto particolare ad un secondo piatto che diversamente sarebbe ordinario.
Questo accostamento potrebbe sembrare un azzardo ma vi assicuro che non lo è, per scoprire fino in fondo il proprio gusto personale occorrere ogni tanto sperimentare nuovi abbinamenti che, al di là delle vostre aspettative, potrebbero sorprendervi.
Se siete in vena di osare quindi questa è la ricetta per voi..
20 min + riposo | |
2/3 |
Ingredienti:
- 400 g di petto di pollo
- 1 limone (succo e scorza)
- 15 g di miele di acacia
- 4 foglie di salvia fresche
- 1 cucchiaino di aghi di rosmarino fresco
- olio q.b.
- sale q.b.
- pepe q.b.
Preparazione:
Per prima cosa lavate ed asciugate bene il limone. Grattugiate la scorza di mezzo limone e tenetela da parte quindi spremete il succo dell’intero limone, filtratelo con un colino e tenete anch’esso da parte.
Prendete il petto di pollo ed eliminate filamenti ed eventuali residui di cartilagine poi battetelo un po’ per portare le fette al medesimo spessore.
In un ciotolina mescolate il limone con qualche ago di rosmarino, versate il liquido sulla carne ed aggiungete 2 foglie di salvia e la scorza di limone poi coprite con la pellicola e riponete in frigorifero ad insaporire per almeno un’ora.
Poco prima di riprendere la carne per cuocerla ponete il miele in una ciotolina, aggiungete un cucchiaino da te di acqua calda, mescolate e spennellateci la carne in maniera uniforme.
Mettete un po’ di olio in in una padella fatelo scaldare, dopo aver abbassato il fuoco, adagiateci le fette di carne, aggiungete gli aromi (salvia e rosmarino), salate e fatele cuocere a fuoco basso da entrambi i lati fino a doratura.
Una volta che il pollo risulterà cotto spegnete il fuoco, impiattate e spennellate ancora con un velo di miele diluito con una punta di acqua calda.
Servitelo rigorosamente caldo o tiepido.
Nota: L’impiego del miele d’acacia non è casuale lo trovo più indicato per questo piatto per via del sapore più delicato rispetto ad altri tipi di miele (es. millefiori) e perchè più chiaro così la carne non assumerà un colore troppo scuro.
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