Uova sode ripiene
Nella settimana in cui il calendario del cibo italiano celebra la Pasqua ricorre oggi la giornata nazionale delle uova ripiene di cui è ambasciatrice Ottavia Bielli, nel sito aifb troverete il suo articolo sull’argomento.
LE UOVA COME SIMBOLO DELLA RESURREZIONE
Una scelta quella dell’uovo non affatto casuale ma contestualizzata essendo esso protagonista nello scenario delle tradizioni gastronomiche della Pasqua come simbolo di “Resurrezione”. Ne è un esempio l’usanza della chiesa ortodossa di offrire durante il pranzo Pasquale uova sode colorate di rosso, il rituale prevede che ogni commensale tocchi con la punta del proprio uovo quello del vicino dicendo “Cristo è resuscitato”. L’uovo dal guscio disgregato rappresenterebbe il sepolcro che si apre a testimonianza che Cristo è resuscitato divenendo, al tempo stesso, sia sepolcro (il guscio) che vita risorta (il contenuto).
Visto che la Pasqua cade proprio in primavera (ovvero nel momento in cui la natura esce dal suo sepolcro invernale) la ricetta che vi propongo ha nel ripieno proprio uno dei primi frutti della stagione primaverile: la fava.
SUGGERIMENTI PER LA BUONA RIUSCITA DELLE UOVA SODE RIPIENE
L’uovo sodo è una portata semplice tuttavia per la buona risucita del piatto diventa importante prestare attenzione ad alcuni fattori quali: la scelta dell’uovo, la sua freschezza e le modalità per ottenere un uovo sodo perfetto.
Nell’acquistarlo occorre verificare che: il guscio sia opaco, scuotendolo non si percepisca alcuno “sciacquio” (segno che la camera d’aria si è ingrandita), una volta aperto l’albume deve risultare limpido, chiaro, gelatinoso, dal contorno ben definito e privo di corpuscoli ed il tuorlo deve risultare turgido e privo di macchie (a).
LA COTTURA E COME COMPRENDERE SE L’UOVO E’ FRESCO
Sotto il profilo della freschezza saremo in grado di stabilire l’età dell’uovo, ovvero da quanto tempo è stato deposto, con un semplice esperimento che si faceva alle elementari. Per distinguere se l’uovo è fresco, infatti, basterà immergerlo in acqua salata: se va sul fondo assumendo una posizione orizzontale vuol dire che è fresco, se invece tende ad andare in verticale è già deposto da circa 1 settimana infine se galleggia vuol dire che non è buono, ciò perchè più l’uovo invecchia più aumenta la camera d’aria interna (cioè lo spazio non occupato da albume e tuorlo) e per questo tenderà a galleggiare (b).
L’aspetto più delicato riguarda i tempi di cottura, se non cotto a sufficienza l’uovo resterà “barzotto”, ovvero con il tuorlo un po’ morbido, di contro se cotto troppo diventerà secco e pastoso mentre il tuorlo assumerà quel colore verdastro tipico di cottura troppo prolungata, per un uovo sodo perfetto quindi occorrerà conteggiare 8-10 minuti al massimo a partire da quando l’acqua inizia a bollire (c).
LA RICETTA
Una ricetta basica che tuttavia, se arricchita con ingredienti saporiti od impreziosita da verdure e condimenti, diventa un piatto appetitoso da servire come antipasto seduti in tavola oppure per un buffet, ideale anche per le scampagnate primaverili ormai alle porte.
Vediamo allora come preparare queste uova sode dal sapore primaverile semplici ma scenografiche…
20 minuti | |
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Ingredienti:
- 4 uova bio
- 100 g di fave fresche
- 1 cucchiaino di capperi dissalati
- 3 cucchiaini di maionese
- 15 g di pecorino grattugiato
- sale q.b.
Preparazione:
Per prima cosa lavate accuratamente le uova poi mettetele in un pentolino con acqua fredda sufficiente a coprirle sul fuoco a fiamma moderata.
Quando l’acqua inizierà a bollire, accendete un timer ed impostate un tempo di 8/10 minuti quindi spegnete e scolatele subito.
Mettetele poi sotto l’acqua fredda per fermare la cottura e freddarle. Per sgusciarle facilmente picchiettate sulla parte esterna quando si sarà rotta, iniziando dalla crepa sarà più facile toglierne il resto del guscio.
Una volta che le avrete completamente sgusciate pulitele per eliminare eventuali residui di membrana e di piccoli frammenti che potrebbero essere rimasti attaccati.
Ora con un coltellino affilato e con molta delicatezza tagliate la parte superiore dell’uovo e tenetele da parte.
Poi con un piccolo scavino* asportate il tuorlo sodo facendo attenzione a non rompere l’involucro di albume e raccoglietelo in una ciotolina.
Dividete a metà il baccello delle fave apritene le estremità ed estraete i semi eliminate la buccia che li ricopre e mettetele a bollire per una decinia di minuti poi scolatele.
Nel bicchiere del minipimer (o del frullatore) mettete le fave lessate, i capperi, i tuorli sodi (lasciatene un cucchiaio da parte), il pecorino e frullate.
Aggiungete al composto anche la maionese salate e mescolate bene.
Mettere il ripieno in una tasca da pasticcere (vi aiuterà a non fare sbavature) farcitele le uova.
Per farle stare in piedi nel piatto da portata tagliate di pochi millimetri la parte inferiore dell’uovo. Decorate con foglioline di rughetta ed un pò di tuorlo sbriociolato tenuto da parte, richiudete l’uovo con le parte superiore e servite.
Nota: Per estrarre il tuorlo sodo sarebbe utile uno scavino di dimensione piccola (io ho usato quello per svuotare i pomodorini) in alternativa potete usare un cucchiaino da caffè oppure un coltello senza lame e non affilato.
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